Finestra di cielo
Mentre portiamo avanti il CRE sul tema della Parola, riflettiamo su quella Parola che, anche con i ragazzi, ogni giorno pronunciamo:Padre. (A. Pozzi).
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Finestra di cielo
Mentre portiamo avanti il CRE sul tema della Parola, riflettiamo su quella Parola che, anche con i ragazzi, ogni giorno pronunciamo:Padre. (A. Pozzi).
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Parola e parole
Il CRE è iniziato e anche il Baby è pronto a partire: due parole sul tema... PassParTu’
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Giovanni, uomo paradossale
Giovanni è un uomo paradossale. In tutta la sua vita ha seguito vie che sono completamente opposte a ciò che normalmente cercano gli uomini. Ha preferito il deserto arido piuttosto che il luogo affollato: eppure molti andavano da lui. Ha scelto un linguaggio diretto e a volte duro e scottante: ma in questo modo ha messo coloro che venivano da lui di fronte alla responsabilità della conversione. Ha sempre allontanato la sua vita, così ricca di segni di potenza divina, da ogni sorta di potere e politico e religioso; e non ha temuto di denunciare le ipocrisie e le maschere dell’uomo che cerca il potere. Ha avuto molti discepoli; ma vedendo passare Gesù, non ha esitato minimamente a indicare ai suoi discepoli che era proprio LUI, il Cristo, colui che dovevano seguire. Ha servito e annunciato fino in fondo il regno di Dio rivelato in Gesù, dando per lui la vita; eppure, in carcere, ha dovuto lui stesso convertire il suo modo di pensare il volto di Dio e accoglierlo nella compassione di chi guarisce e non nella severità di chi giudica. Ha accettato il ruolo scomodo di chi comunica la spada tagliente della parola; tutta la sua vita è racchiusa dalla esperienza intima della gioia. A chi gli chiedeva :”Tu, chi sei?”, non ha risposto esibendo tutta la sua autorità o la sua missione ma ha preferito dire chi non era: “io non sono il Cristo [...]. Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete dritta la via del Signore”.
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Patrono: Missione o Dimissione?
Arriviamo alla settimana delle feste patronali con un ricco programma che di anno in anno sta prendendo una sua identità, sollecitando sempre più un dinamismo legato allo stare insieme nel nome del Signore, come comunità credente. Ma chi pensa, prepara e porta avanti tutto questo? (come del resto tutte le altre numerose proposte comunitarie) don Giuseppe
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Famiglia, patrimonio dell'umanità
Bresso E il suo milione di persone. E le centinaia e centinaia di migliaia che, da Piazza Duomo a San Siro, hanno accompagnato la tre giorni milanese di Papa Benedetto, nella visita alla diocesi e nell’incontro col Family 2012. A voler riassumere il tutto sbrigativamente, e in una sola parola, potrebbe perfino essere facile: “Trionfo”. Ma l’evento vissuto da Milano non può, non deve, ridursi a se stesso...perchè quella che è emersa con una forza tanto evidente quanto travolgente è l’immagine e il senso della “Chiesa del si”. Distante dalle rappresentazioni che se ne fanno comunemente, non arroccata su “precetti” che ne dettano il senso, bensì fondata sulla roccia e protesa verso il domani, propositiva, accogliente, attenta, concreta. Capace di dire e di fare. Felice, anche: dove la felicità non vuol dire ignorare i problemi, tenti, che esistono, e far finta che neppure ci sfiorino, ma affrontarli a viso aperto, forti di quella “speranza che non delude” che, ai cristiani, viene dalla fede. Consapevoli però, nello stesso tempo, che questa “speranza che non delude” ha qualcosa da dire, eccome, anche a un mondo laico che abbia voglia, finalmente, di misurarsi in un confronto vero sul filo non dei preconcetti, ma della ragione. Ri-proponendo le ragioni di una famiglia che va messa al centro della società, rivolgendosi ai politici chiamati a mettere un “più” amore nel loro impegno, ribadendo quei “valori non negoziabili” – vita, famiglia, educazione devono essere scambiati per “verità di fede”, come disse esplicitamente nel 2006, proclamandoli, ma che “sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l’umanità”. Provocazione forte, quella del Papa, all’intelligenza e alla cultura. Così come altrettanto forte è quella che Benedetto xvi, una volta di più, ha rivolto ai cristiani, “sfidandoli” a una testimonianza chiara, cristallina, che sempre più ha bisogno di essere radicata nella fede per essere credibile, agli occhi del mondo e a quelli della stessa comunità dei credenti rispetto ai propri problemi, che esistono – vedi la situazione dei divorziati risposati – e che devono sempre trovare la via della solidarietà, dell’accoglienza, dell’amore.
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Family 2012
Un “grande evento” che per la prima volta, in Italia, non si celebra nella capitale; un interlocutore, la famiglia, a cui dare quella centralità troppo spesso negata; un tema che porta in se un binomio, lavoro e festa, di estrema attualità. Il VII Incontro mondiale delle famiglie La famiglia: il lavoro e la festa, ha un preciso obiettivo: riscoprire la famiglia come “patrimonio di umanità” e rimetterla al centro dell’attenzione non solo ecclesiale, ma dell’intera società. A tre anni dal precedente Incontro mondiale, (Città del Messico gennaio 2009), il Papa è tornato a chiamare a raccolta le famiglie, e lo ha fatto con una lettera inviata nell’agosto 2010 all’allora arcivescovo di Milano, cardinal Dionigi Tettamanzi, e al presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, cardinal Ennio Antonelli. <<Il lavoro e la festa – scrive Benedetto XVI – sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa. La Sacra Scrittura (cfr Gen 1-2) ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un’esistenza pienamente umana. L’esperienza quotidiana attesta che lo sviluppo autentico della persona comprende sia la dimensione individuale, familiare e comunitaria, sia le attività e le relazioni funzionali, come pure l’apertura alla speranza e al Bene senza limiti>>. Papa Ratzinger ha ben presente la realtà contemporanea, il fatto che ai nostri giorni l’organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo contribuiscano a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico. <<Occorre perciò – precisa il Santo Padre – promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglie e a recuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà>>. Proprio a tal fine << Il prossimo Incontro mondiale delle famiglie costituisce un’occasione privilegiata per ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all’economia dello stesso nucleo familiare>>.
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