letterina 20121110

...continua L'ABC della fede

4 - La fede e la ragione

Da qualche secolo va in giro per il mondo la curiosa idea che fede e ragione siano tra loro incompatibili: chi crede, si dice, smette di ragionare; e chi ragiona perciò stesso rinuncia a credere. Questa posizione si chiama “razionalismo”, ma non ha niente a che vedere con la ragione. Confondere ragione e razionalismo è come confondere i polmoni con la polmonite.
E’ vero invece il contrario: la fede e ragione si richiamano reciprocamente. Certo la fede è oltrepassare le capacità conoscitive naturali; ma è un salto che è ragionevole fare perché la ragione, lasciata a sé sola, va a finire nella gabbia dell’assurdo. E’ assurdo che l’uomo sia venuto al mondo a caso, e poi abbia la necessità inderogabile di darsi dei principi e delle norme di vita e di convivenza.
E’ assurdo che l’uomo sia costretto entro una realtà visibile che non gli basta: non basta alla sua domanda di senso e non basta alla sua domanda di amore.
L’atto di fede è un atto scomodo; ma è il solo che mi consente di conservarmi ragionevole. Se sto dormendo al secondo piano di un palazzo e si sviluppa dal baso un incendio che ha già distrutto le scale, è ragionevole che mi butti dalla finestra dopo essermi accertato che sotto ci sia il telone dei pompieri. Non è la discesa, che di istinto preferirei, ma è l’unica che può salvarmi.


Chiesa di Salvano, martedì 6 novembre, ore 20.30:partiamo con il 1° appuntamento della Visita alle sette Chiese. C’è un simbolo che qui si impone: il cuore. Cuore di Gesù e di Maria nei diversi quadri e nelle statue del Sacro Cuore, cuore che è così grande da allargare le costole in S. Filippo Neri, dipinto nella grande tela, cuore del Bambino indicato da Maria nella statua della nicchia, cuore di muschio e fiori portato qui per l’occasione. E cuore aperto di Gesù che, nella riflessione di don Maurizio ci porta a dire: io sono povero e tutto un dono.
Sessanta persone sono partite con il ...cuore giusto. Grazie

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letterina 20121103

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2 - La fede e l'avvenimento

Oggi molti dicono: in tutte le religioni c’è del buono. O addirittura: tutte le religioni sono uguali; sicchè ognuno può scegliere quella che gli va bene come può scegliere il colore della sua cravatta o il luogo della sua villeggiatura.
Credo che si possa anche dire così, purché però si capisca bene che in questo discorso il cristianesimo non c’entra niente.
Perché il cristianesimo, a differenza di tutte le altre visioni religiose o filosofiche o etiche, è prima di tutto un avvenimento: l’avvenimento del Figlio di Dio che si fa uomo, muore in croce, risorge; e ci coinvolge, se ci lasciamo coinvolgere, in questa vicenda di morte, di risurrezione, di una vita destinata a diventare una “vita eterna”.
Certo il cristianesimo è anche una religione: difatti implica delle idee sulla Divinità, stabilisce una regolamentazione del culto, propone una legge morale.
Ma primariamente il cristianesimo, ed esso solo, è un fatto; un fatto che si può accogliere o rifiutare.
Perciò è imparagonabile, e non può essere contato insieme con le altre posizioni ideologiche o spirituali. La fede cristiana è un arrendersi a questo avvenimento che salva ed è un lasciarsi cambiare di dentro da ciò che è avvenuto. Le altre persuasioni religiose possono essere anche belle, buone, utili, affascinanti; ma non hanno niente a che vedere con la fede.

Cardinal Giacomo Biffi

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Raccolta Viveri

letterina 20121027

Solo semi

Negli incontri con i genitori dei ragazzi di terza media e degli adolescenti che si sono appena conclusi, è stato proposto, tra tante sollecitazioni, un breve racconto che riproponiamo qui, visto che ha fatto pensare i partecipanti. Può essere anche un pensiero per la festa dei Santi che tra poco vivremo.


Sulla via principale della città c’era un negozio originale: un’insegna luminosa diceva: “DONI DI DIO”.
Un ragazzo entrò e vide un angelo dietro il banco, sugli scaffali c’erano grandi contenitori di tutti i colori.
“Che cosa si vende?” chiese incuriosito il ragazzo. “Ogni ben di Dio” rispose l’angelo. “Vedi, il contenitore giallo è pieno di sincerità, quello verde è pieno di speranza, in quello rosso c’è l’amore, in quello azzurro la fede, l’arancione contiene il perdono, il bianco la pace, il violetto il sacrificio e l’indaco la salvezza.”
“E quanto costa la merce?” “Sono doni di Dio e i doni non costano niente!”
“Che bello!” rispose il ragazzo, “Allora dammi dieci quintali di fede, una tonnellata d’amore, un quintale di speranza, un barattolo di perdono e tutto il negozio di pace”.
L’angelo si mise a servire il ragazzo e in un attimo confezionò un pacchetto piccolo piccolo.
“Eccoti servito!” disse l’angelo porgendo il pacchettino.
“Ma come, così poco?” disse stupito il ragazzo.
L’angelo rispose: “Mi dispiace. Devi avere frainteso.
Noi non vendiamo frutti; noi vendiamo solo semi.”

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Confessioni

Incontro Chierichetti

Raccolta Viveri

letterina 20121020

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1 - L'intervento Divino

Talvolta noi siamo scandalizzati dal silenzio di Dio. Davanti a questa storia di angosce e di pazzie che è la storia umana, perché Dio non parla e non interviene?
Dio non parla perché ha già parlato, e non ha più niente da aggiungere avendoci mandato in Cristo la sua Parola sostanziale.
Non interviene, perché è già intervenuto in modo decisivo, con la missione del suo Figlio, che ha costituito Signore della storia, Giudice e Salvatore di tutti. Accogliere questa iniziativa salvifica, che trova il suo vertice e il suo compendio nella persona di Gesù di Nazareth, ecco che cosa è propriamente l’atto di fede.
Non è quindi primariamente un prodotto della mente, del cuore, della sensibilità dell’uomo, quasi che possa decidere l’uomo come mettersi in rapporto con la Divinità.
La fede è la nostra risposta alla provocazione benefica di Dio.
E’ un aprirci al discorso appassionato del Padre che risuona sempre nell’annuncio evangelico, è fare spazio al Signore che viene a liberarci, è un arrenderci al fuoco trasformante del suo Spirito.
Ed è un atto che coinvolge tutto l’uomo; la sua intelligenza, perché è uno sguardo sulla verità integrale; la sua volontà, perché l’uomo decide di credere liberamente; il suo amore, che è chiamato a superare il nativo egoismo.

Cardinal Giacomo Biffi

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letterina 20121013

L'ABC della fede

L’anno delle Fede appena aperto, ci dà l’occasione per riflettere proprio sulla fede, per evitare di dare per scontato ciò che scontato non è. Lo facciamo attingendo da un agile scritto del Cardinal Giacomo Biffi, che sarà proposto man mano nell’affondo della Lette...Rina e di cui qui riporto l’introduzione.
C’è chi pensa che aver fede sia qualcosa di fortuito e, tutto sommato, di irrilevante (pressappoco come aver i capelli rossi o gli occhi grigi). Qualcuno è dell’avviso che il credere sia magari anche una fortuna, ma una fortuna del tutto casuale ( come far soldi al “gratta e vinci”). I più comunque ritengono sia qualcosa di marginale nell’esistenza dell’uomo.
Gesù che è il solo maestro che non delude non è di questo parere.
Egli mette in relazione la fede con la salvezza: per lui è dunque qualcosa di sostanziale, qualcosa di necessario se non si vuole che la nostra avventura umana finisca in un fallimento.
Non si può dunque parlare di fede, se insieme non si parla del fatto che abbiamo tutti bisogno di essere salvati. Da che cosa?
Salvati primi di tutto dall’insignificanza nostra e dell’universo: ha uno scopo la nostra venuta al mondo?
Salvati dall’indegnità morale che più o meno ci contamina tutti (“salvati dai nostri peccati”, come dice il linguaggio cristiano).
Salvati dalla prospettiva che la morte coincida con il nostro annientamento: prospettiva che già adesso vanificherebbe tutti i nostri atti, perché se viviamo per andare a finire nel niente viviamo già adesso per niente.

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Pranzo e Castagnata

Incontro genitori Ado

letterina 20121006

Anno della fede

L’11 ottobre (ricordando il 50° anniversario dell’apertura del Concilio ecumenico Vaticano II e il 20° della pubblicazione del Catechismo della Chiesa cattolica) prende il via l’Anno della fede.
Obiettivo:
Ravvivare la fede nei singoli e far uscire il cristianesimo dalle secche della marginalizzazione cui l’Occidente secolarizzato sembra averlo via via relegato. L’obiettivo dell’Anno della fede e della prossima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (7-28 ottobre) interroga tutti, senza eccezioni.
La lettera “Porta fidei” con cui Benedetto XVI ha indetto l’Anno della fede, ricorda che “nel nostro contesto culturale tante persone, pur non riconoscendo in sé il dono della fede, sono comunque in una sincera ricerca del senso ultimo e della verità definitiva sulla loro esistenza e sul mondo. Questa ricerca è un autentico “preambolo” alla fede, perché muove le persone sulla strada che conduce al mistero di Dio”. Da questa diffusa “ricerca” parte l’Anno, “per dare rinnovato impulso – ha detto papa Ratzinger nel darne l’annuncio, il 16 ottobre 2011 – alla missione di tutta la Chiesa a condurre gli uomini fuori dal deserto in cui spesso si trovano verso il luogo della vita, l’amicizia con Cristo che ci dona la vita in pienezza”.
Alla base, il riconoscimento che “la Chiesa ha il dovere di annunciare sempre e dovunque il Vangelo di Gesù Cristo”.
Anche quella Chiesa che è la nostra Parrocchia.
Diamoci tutti da fare. Intanto, con i pellegrini in Terrasanta, pregheremo anche per questo, lì dove la Parola s’è fatta carne.

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Pranzo e Castagnata

Incontro genitori Ado