Atto di fede
Vi propongo il ricordo di un amico, Franco, morto ad appena 24 anni di AIDS. don Luigi Ciotti
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Atto di fede
Vi propongo il ricordo di un amico, Franco, morto ad appena 24 anni di AIDS. don Luigi Ciotti
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Le domande della vita
Che cos’è la fede? Recentemente, durante una notte in cui non riuscivo a prender sonno, mi sono improvvisamente reso conto di questa verità:
Cos’è vivere? La mia vita mi ha insegnato che vivere è un po’ di tempo concesso alle nostre libertà per imparare ad amare e a prepararsi all’eterno incontro con l’Eterno Amore.
Per me la morte è l’incontro a lungo ritardato con un amico. Abbè Pierre (Lione, 5 agosto 1912 – Parigi, 22 gennaio 2007)
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Francesco e Benedetto
C’è un rischio sotto gli occhi di tutti e, in parte, anche voluto da un certo modo di dare le notizie: fare paragoni tra il papa Francesco e Benedetto XVI. Nel loro incontro a Castel Gandolfo si sono abbracciati per affermare e manifestare ciò che è veramente essenziale: la comunione e l’amore per la stessa Chiesa, nella fede dell’unico Signore, Gesù Cristo. Certo, la situazione è inedita e anche i mutamenti di stile, gli accenti diversi nell’insegnamento, gli atteggiamenti e le ottiche differenti così come le diversità che caratterizzano ogni persona, sempre unica e irripetibile nel volto e nella parola. Ecco allora in Francesco papa, come prima in Benedetto XVI, lo stesso servizio reso al Vangelo, ma reso con linguaggi e espressioni diverse, come è accaduto per i quattro evangelisti che hanno annunciato l’unica buona notizia rivolgendosi a chiese diverse con accenti e tonalità diverse: un unico Cristo ma quattro ritratti diversi, un unico destinatario del vangelo – l’umanità – ma Luca sente in Gesù un’opzione preferenziale per i poveri e un accento particolare sulla misericordia, mentre Matteo coglie maggiormente l’orizzonte dell’insegnamento e del compimento della Legge- Torah, Marco sottolinea tutto lo spessore umanissimo del Figlio dell’Uomo e Giovanni preferisce leggere tutta la vicenda di Gesù come storia e gloria dell’Amore... Se i quattro evangelisti sono così diversi, non potrebbero esserlo anche i vescovi e dunque anche quello di Roma, successore non di un evangelista ma dell’apostolo Pietro? Una sola è la fede, uno solo è il battesimo, uno solo è il Signore, ricorda san Paolo che poi parla a più riprese di diversità di doni, di servizi, di azioni: così è nella Chiesa. Papa Francesco è altro e diverso da Benedetto XVI e chi ha amato Benedetto XVI ora è certamente contento di papa Francesco, del suo slancio per l’ecumenismo e il dialogo tra le culture, della sua postura di uomo tra gli uomini, della sua scelta preferenziale per i poveri e i peccatori, a immagine di Gesù che li frequentava, li andava a cercare e li riteneva primi clienti di diritto della buona notizia… Ma cavalcare l’onda del: “non è come…” pare proprio ingeneroso...
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Ri-
Ogni volta che cadevo mia madre faceva tre cose: Don Giuseppe
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Una vita e una morte "fuori"
E’ morto fuori. don Angelo Casati
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Eppure...
La stessa sera in cui la tipografia ci dava la Lettera stampata che in questi giorni viene distribuita nelle nostre famiglie, gli occhi di tantissime persone erano fisse sul comignolo della Cappella Sistina, per la fumata bianca. Un gruppo della nostra Comunità era a Mozzo, per l’incontro del Vescovo Francesco con i cate chisti del Vicariato e proprio lì abbiamo vissuto insieme l’attesa e la gioia dell’elezione del nuovo Papa. Sul Bollettino ci sono alcune pagine dedicate a Benedetto XVI, introdotte dall’ editoriale: “Dove posare il capo”. E dal capo ripartiamo anche con Papa Francesco, quel capo chino a ricevere la benedizione di tutto un popolo per il Vescovo di Roma. Ma non è tutto. Abbiamo ancora in mente e nel cuore le immagini di Giovanni Paolo II, soprattutto negli ultimi tempi, malato, anziano, provato, muto. Veniamo da un Papa che non ha paura di riconoscere pubblicamente il venir meno di un vigore del corpo e dell’animo e, per questo, di aver deciso, con la sua coscienza e davanti a Dio, di rinunciare al ministero affidatogli. Gli occhi di tutti, nell’era di internet, si focalizzano su un camino con del fumo che arriva da una stufa, come quella delle case di tante case. Un gabbiano per due volte si posa su di esso e picchetta il tettuccio. L’Habemus Papam è fatto dal Protodiacono Tauran, un Cardinale con il morbo di Parkinson che fa accelerare le parole e irrigidire i movimenti (e lo si è visto e sentito bene). Il nuovo papa ha un polmone solo, ha già 76 anni e prende il nome del poverello di Assisi. Realtà semplici, addirittura dimesse, povere, fragili. Eppure… In questo “eppure” c’è tutta la forza dei segni che attirano i cuori e che rivelano come la Chiesa non sia forte in se stessa, ma in Colui che le dà vita. E quel capo chinato per essere benedetto, ci riserverà molte sorprese.
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