letterina 20140208

Sarebbe bello

Nel coro della nostra chiesa parrocchiale ci stanno almeno cinquantaquattro (leggasi 54) persone: chi sugli scranni dell’anello più alto, con schienale in radica e braccioli artistici scolpiti, chi nel secondo anello solo con schienale, chi sulle semplici panche ricurve dell’ultimo anello. Insistendo, anche più di 54.
Questo coro in noce dell’800 è stato recuperato con un lavoro di pulitura e di sistemazione con l’intento di utilizzarlo come luogo per l’approfondimento catechistico delle lettere dell’Apocalisse, come da alcuni mesi stiamo facendo.
Che bello se tutti i posti fossero occupati!
Certo, unendo i partecipanti ai due incontri previsti nei giovedì dell’Apocalisse (quello delle 15.30 nelle frazioni e quello delle 20.30 in chiesa parrocchiale) come numero ci siamo. Qualcuno poi mi dice che in Parrocchie più grandi non si arriva a questo numero di partecipanti alla catechesi per adulti e quindi di stare sereno. Però non posso pensare solo a quelli che ci sono, ma anche ai tanti che non ci sono e che, forse, hanno di Gesù la conoscenza dell’asilo (che pure nei tempi ha cambiato nome: Scuola Materna e, ora, Scuola dell’Infanzia).
Mi domando: un papà, una mamma che portano i figli alla catechesi, che stanno pensando alla festa della prima Comunione o della Cresima... non si chiedono come conoscere un po’ più quel Signore che si fa incontro ai figli? Si fanno aggiornamenti, allenamenti, recuperi... per il lavoro, lo sport, lo studio... e per il Signore?
Un giovane, una persona che arriva alla prima “anta”, un uomo che entra nell’età matura... si pone gli interrogativi sulla vita, legge la Parola, conosce il Vangelo? Vale sempre ciò che scriveva San Girolamo: ”L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”.
Sarebbe bello camminare con una Comunità che ha fame di Lui, anche attraverso un percorso di catechesi, l’approfondimento del Vangelo, l’incontro tra persone... Sarebbe bello.

 

 

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Merenda Anziani

Lettera Chiesa di Pergamo

Pizzata Ado

Animazione

 

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letterina 20140201

"Generare futuro"

“I figli sono la pupilla dei nostri occhi… Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti?” Così Papa Francesco all’apertura della Giornata Mondiale della Gioventù ha illuminato ed esortato tutti alla custodia della vita, ricordando che generare ha in sé il germe del futuro.
Il figlio si protende verso il domani fin dal grembo materno, accompagnato dalla scelta provvida e consapevole di un uomo e di una donna che si fanno collaboratori del Creatore. La nascita spalanca l’orizzonte verso passi ulteriori che disegneranno il suo futuro, quello dei suoi genitori e della società che lo circonda, nella quale egli è chiamato ad offrire un contributo originale.
Questo percorso mette in evidenza “il nesso stretto tra educare e generare: la relazione educativa si innesta nell’atto generativo e nell’esperienza dell’essere figli”, nella consapevolezza che “il bambino impara a vivere guardando ai genitori e agli adulti”. Ogni figlio è volto del “Signore amante della vita” (Sap 11,26), dono per la famiglia e per la società. Generare la vita è generare il futuro anche e soprattutto oggi, nel tempo della crisi; da essa si può uscire mettendo i genitori nella condizione di realizzare le loro scelte e i loro progetti.
La testimonianza di giovani sposi e i dati che emergono da inchieste recentiindicano ancora un grande desiderio di generare, che resta mortificato per la carenza di adeguate politiche familiari, per la pressione fiscale e una cultura diffidente verso la vita.
Favorire questa aspirazione (valutata nella percentuale di 2,2 figli per donna sull’attuale 1,3 di tasso di natalità) porterebbe a invertire la tendenza negativa della natalità, e soprattutto ad arricchirci del contributo unico dei figli, autentico bene sociale oltre che segno fecondo dell’amore sponsale.
La società tutta è chiamata a interrogarsi e a decidere quale modello di civiltà e quale cultura intende promuovere, a cominciare da quella palestra decisiva per le nuove generazioni che è la scuola. Per porre i mattoni del futuro siamo sollecitati ad andare verso le periferie esistenziali della società, sostenendo donne, uomini e comunità che si impegnino, come afferma Papa Francesco, per un’autentica “cultura dell’incontro”. 

Dal Messaggio C.E.I. per la 36a Giornata per la vita

 

 

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Merenda Anziani

 

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letterina 20140125

Lo ha fatto il Papa

Papa Francesco, nella festa del Battesimo di Gesù, ha battezzato nella Cappella Sistina, la figlia di una coppia sposata solo civilmente. Dopo il battesimo da diverse parti, si è commentato e discusso. Nella trasmissione “Prima di tutto” di qualche giorno fa, è stata citata la testimonianza di un prete, «un prete di campagna», come si definiva l’interessato, il quale faceva notare che il Papa non ha fatto nulla di speciale e aggiungeva: «noi lo facciamo da sempre». Nel dibattito che ne seguiva, qualcuno contestava la contestazione. Nel senso che, si osservava, non è vero che lo fanno tutti i preti e non è vero che lo fanno da sempre. Sembra un semplice caso di disciplina ecclesiastica. Ma non è così semplice. Intanto, molti non fanno battezzare i loro figli, alcuni anche che si sono sposati regolarmente in chiesa. E molti di quelli che fanno battezzare i loro figli sono in situazione familiare “irregolare”: conviventi, risposati, sposati civilmente. La linea “dura” che, pare, qualche prete segue ancora, afferma una verità semplice: la fede deve tradursi nella vita e la traduzione nella vita si verifica con i gesti espliciti della fede. Chi segue questa linea dice di fatto che un cristiano convivente è un po’ meno cristiano di uno che si è sposato in chiesa. Il gesto di Papa Francesco mi sembra che sia una implicita risposta a questa posizione. E mi sembra che quanto avvenuto domenica (e che avviene in molte parrocchie: altrimenti, tra poco, non si dovrebbe battezzare più nessuno) sia a sua volta una risposta.

Primo. Il diritto del bambino ad avere il battesimo è più grande dei meriti o demeriti dei suoi genitori. Il figlio, oltretutto, non è proprietà privata dei genitori, e questi non possono fare di lui quello che vogliono, ma dovrebbero volere ciò che devono. E se sono credenti devono volere il suo bene spirituale, cioè il suo battesimo.

Secondo. Anche verso i  genitori, i loro eventuali sbagli, nessuno può dare un giudizio definitivo. Nella coscienza di una persona ci entra, in maniera risolutiva, solo Dio e nessun altro, neanche il Papa. La Chiesa prende atto che quei due genitori intendono educare alla fede il loro bambino e concede, deve concedere, il battesimo. Anche perché adesso si ha in mano l’argomento che taglia la testa al toro: lo ha fatto il Papa.
A meno che – dubbio atroce – qualcuno non abbia notizia di gente che, qua e là nella Chiesa, pretende di essere più cattolica del Papa.

Da: santalessandro.org  Alberto Carrara 

 

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Materiale scaricabile su Don Bosco:

- Don Bosco

- Il metodo Preventivo

- Scheda Vita-Parole

- Preghiera

Banco Primule e Torte

 

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letterina 20140118

"Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore"

E' il tema scelto da Papa Francesco per la 100 giornata delle migrazioni. Nel messaggio ribadisce che «Le nostre società stanno sperimentando, come mai è avvenuto prima nella storia, processi di mutua interdipendenza e interazione a livello globale, che, se comprendono anche elementi problematici o negativi, hanno l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della famiglia umana, non solo negli aspetti economici, ma anche in quelli politici e culturali. Ogni persona, del resto, appartiene all’umanità e condivide la speranza di un futuro migliore con l’intera famiglia dei popoli».
«Il crescente fenomeno della mobilità umana», dice il Papa «emerge come un “segno dei tempi”... Se da una parte, infatti, le migrazioni denunciano spesso carenze e lacune degli Stati e della Comunità internazionale, dall’altra rivelano anche l’aspirazione dell’umanità a vivere l’unità nel rispetto delle differenze, l’accoglienza e l’ospitalità che permettano l’equa condivisione dei beni della terra, la tutela e la promozione della dignità e della centralità di ogni essere umano». «Migranti e rifugiati non sono pedine sullo scacchiere dell’umanità. Si tratta di bambini, donne e uomini che abbandonano o sono costretti ad abbandonare le loro case per varie ragioni, che condividono lo stesso desiderio legittimo di conoscere, di avere, ma soprattutto di essere di più. È impressionante il numero di persone che migra da un continente all’altro, così come di coloro che si spostano all’interno dei propri Paesi e delle proprie aree geografiche.
I flussi migratori contemporanei costituiscono il più vasto movimento di persone, se non di popoli, di tutti i tempi. In cammino con migranti e rifugiati, la Chiesa si impegna a comprendere le cause che sono alle origini delle migrazioni, ma anche a lavorare per superare gli effetti negativi e a valorizzare le ricadute positive sulle comunità di origine, di transito e di destinazione dei movimenti migratori.»

 

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Lettera alle sette chiese

Incontro Chierichetti

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letterina 20140111

Don Bosco è qui

Nel prossimo mese di febbraio arriverà a Bergamo l’urna contenente le spoglie di  San  Giovanni  Bosco.  Molti sono gli Oratori della Diocesi dedicati a lui e che ne celebrano la  festa per diversi  giorni (nel calendario cade il 31 gennaio); il nostro Oratorio è invece dedicato a Pio X (che abbiamo pregato con alcuni cresimandi  nella  Basilica di San Pietro, a Roma, alla  fine  di dicembre, guardando  l’urna dove  è custodito).  E tuttavia la figura e la spiritualità di don Bosco possono essere di riferimento per chi vive la pastorale d’Oratorio con le nuove generazioni. Accogliamo quindi anche  noi  l’iniziativa della Congregazione Salesiana che, per festeggiare in modo significativo il bicentenario della nascita del proprio fondatore (1815-2015),  ha  pensato  di  far  precedere  tale  momento  dalla  peregrinazione dell’urna in tutto il mondo. E nel febbraio 2014, precisamente da venerdì 7 a domenica 9, sarà a Bergamo. La figura di San Giovanni Bosco -  uno dei più grandi educatori  dei  giovani  -  ben  si  presta  ad  animare  un’iniziativa  diocesana  che  si inserisce coerentemente tra quelle pensate per il ‘decennio’ che la CEI sta dedicando all’educazione e anche tra quelle pensate dalla nostra Diocesi per il Piano Pastorale.

"Il  corpo  di  San  Giovanni  Bosco  giunge  a  Bergamo.  Sì,  proprio  da noi!  Sono  davvero  tante  le  parrocchie  della  nostra  diocesi  che  gli hanno dedicato il proprio oratorio. Così facendo hanno scelto lui come modello per imparare ad accogliere e ad aver cura delle nuove generazioni, ma anche per chiedergli una particolare protezione, una preghiera speciale nella schiera dei santi. San Giovanni Bosco è per tutti coloro che vivono l’oratorio o hanno un compito educativo, un maestro e un esempio. Ma la sua presenza tra noi ce lo fa sentire anche come un amico che viene a trovarci e per cui fare festa: una festa straripante di riconoscenza!" 

Vescovo Francesco

 

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Lettera alle sette chiese

Animazione Domenicale

Incontri Vicariali per Giovani

     
     

letterina 20140104


 

Stelle e oroscopo

Tutti siamo in cerca  di una stella che orienti i passi della nostra vita. Anche i Magi hanno scrutato le stelle e una stella li ha condotti alla grotta di Betlemme.
Per i cristiani c’è una stella polare che ogni giorno sa indicarci il cammino: il Vangelo. Ma, appena sentiamo la parola “Vangelo” la nostra attenzione va a zero e fa partire uno sbadiglio; se invece sentiamo “oroscopo” le antenne si alzano. Tutti dicono: “Non ci credo, però fammi sentire…” Proviamo a sfogliare le pagine del Vangelo, a rileggere quello che Gesù ha detto per trovarvi le stelle del Vangelo, parole come un “oroscopo” per questo nuovo anno.
ARIETE Per la vostra vita non affannatevi, il Padre vostro sa di cosa avete bisogno prima ancora che glielo chiediate.
TORO Sia il vostro parlare “sì” o “no”; il di più è frutto del male.
GEMELLI Dà a chi ti domanda e non volgere le spalle a chi ti chiede.
CANCRO Il Signore ama chi dona con gioia.
LEONE Quanto volete che gli altri facciano a voi, voi fatelo a loro.
VERGINE Guardate i fiori dei campi; se Dio rende così belli i fiori che appassiscono, a maggior ragione avrà cura di voi.
BILANCIA Togli prima la trave dal tuo occhio, poi potrai togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
SCORPIONE Là dove è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
SAGITTARIO Sapranno che siete miei testimoni da come vi amerete.
CAPRICORNO Guardatevi da chi sembra pecora, ma dentro è lupo rapace.
ACQUARIO La verità vi farà liberi.
PESCI Non vendicarti, ma porgi l’altra guancia.

 

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 Spiegazione del Presepe in Chiesa

E' disponibile ONLINE il nuovo numero de 'La Lettera' di Dicembre 2013

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Epifania

 

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