letterina 20190922 - Con il dovuto rispetto (10) - L'AveMaria

Con il dovuto rispetto (10)

Un po’ mancavano le pagine del libro di Mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano "Con il dovuto rispetto. Frammenti di saggezza all'ombra del campanile”, vero? Eccone un’altra.

L'AVEMARIA
La Giuseppina prima della messa risponde al rosario.
La Giuseppina è svelta di lingua, ma il pensiero è persino più svelto. Per cinquanta e più volte prega: «Santa Maria (toh guarda: c'è la Carla. Come starà suo marito?), Madre di Dio (ecco la Gina. Devo chiederle della pensione), prega (ah, la Pina si è tinta i capelli!) per noi peccatori (il Giuseppe è ridicolo con quella cravatta. Com'è simpatico quel suo nipotino. Per pranzo quasi quasi mi faccio un risottino), adesso (che brava la Giovanna! Ma è invecchiata!) e nell'ora (che cos'è questo rumore? Ah. il telefonino del sacrista. Non se ne può più con questi aggeggi) della nostra morte (no, magari invece del risotto è meglio la pasta. Ho il sugo già pronto). Amen (e il giornale. Avrò la moneta")».
La Giuseppina si confida con don Ambrogio: «Dico il rosario, ma incomincio bene e poi la testa chi sa dove va».
Don Ambrogio è saggio: «Il pensiero segue la parola se la preghiera non è una formula ma si rivolge a una presenza. Maria, che ascolta. E Lei cerchi di trasformare le distrazioni in intercessioni».
La Giuseppina non è sicura di riuscire, però si dice: «E’ meglio pregare con qualche distrazione che non pregare per niente».

 

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letterina 20190915 - Non padroni, ma collaboratori

Non padroni, ma collaboratori

E’ proprio lunga la lista dei grazie che bisognerebbe compilare al termine della XI Festa di Comunità, insieme ai commenti positivi che tante persone, del paese e fuori, hanno fatto.
Pensando alla squadra che monta e smonta, ai referenti dei vari settori, ai volontari impegnati nella cucina e alla griglia, nel reparto bar, pizzeria e torte, nel servizio alle casse e tra i tavoli, nell’animazione, nelle tombole e nelle pulizie e ai tanti che usufruiscono di tutto ciò, ci sono alcuni interrogativi che ogni anno mi faccio. Tutto questo ci aiuta a crescere nei legami di amicizia e corresponsabilità? Ci fa sentire parte? Aiuta ad aprire gli occhi sul senso di tutta questa “macchina”? Alla fine c’è anche un utile economico che certamente sappiamo dove mettere, visto che la Parrocchia è sempre un cantiere aperto, ma non potremmo essere soddisfatti se fosse solo per questo.
Nel pranzo dell’ultima Domenica, ringraziando i giovani che iniziavano a servire ai tavoli e che poi avrebbero fatto anche la sfilata, dicevo che “qualcuno di loro ha perfino rinunciato alla messa festiva per essere lì”. Un sorriso ci scappava, ma per me diventa la domanda: come stanno a fede questi ragazzi, ma anche questi adulti? Certo, non si può “misurare” la fede solo guardando la partecipazione alla messa, ma sicuramente questo è uno dei criteri. Alla messa con i volontari, nel martirio di san Giovanni Battista, molti c’erano. Ma la Domenica? Proprio per questo sento di dire grazie per quelle magliette INCONTRA che si mescolano all’assemblea liturgica, indossate anche da alcuni adolescenti. Aiutano anche la mia fede.
Grazie a D. perchè, se la sera ha il turno alla festa, non manca di venire alla messa delle 10.30; anche in estate lui c’è. Quando c’è da fare non scappa. Al Cre? Eccolo. Al camposcuola, presente. E se da una parte mi viene da dire: ”fossero tutti come lui”, dall’altra sento di rispettare la libertà e i tempi di ciascuno.
Sapere questo può essere un incoraggiamento per tutti, perché si possa realizzare ciò che San Paolo scriveva nella seconda Lettera ai Corinzi (1, 24) : ”Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete saldi”.

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letterina 20190908 - Con il dovuto rispetto (9) - Ottime regole

Con il dovuto rispetto (9)

Riprendendo i cammini comunitari fatti anche di incontri e riunioni, ecco dal libro "Con il dovuto rispetto. Frammenti di saggezza all'ombra del campanile” di Mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, 10 regole per le riunioni.

OTTIME REGOLE
Le riunioni non risolvono tutto, ma l'alternativa è che uno decida per tutti o che «i soliti» la facciano da padroni e non ci sia modo di ragionare sulle cose. Ma c'è anche chi si impegna a rendere inutili e persino irritanti le riunioni, applicando queste «ottime regole per pessime riunioni»:

  1. Cerca una scusa per non andarci: «Fa un freddo! chi ha voglia di uscire?».
  2. Non leggere l'ordine del giorno (tanto meno gli allegati).
  3. Non pregare mai per ascoltare una parola che Dio ti suggerisce per l'edificazione di tutti.
  4. Parla, anche se non hai niente da dire, specie se quello che racconti non c'entra niente con l'argomento in discussione.
  5. Taci, anche se hai qualche cosa da dire per orientare una decisione saggia.
  6. Evita di ascoltare quello che dicono gli altri.
  7. Tieni acceso il cellulare e rispondi senza fare tanti complimenti.
  8. Arrabbiati subito, se un intervento può sembrare una critica a quello che hai fatto tu.
  9. Quando è già tardi, riproponi l'argomento che è già stato deciso in un'altra riunione e di cui ti sei dimenticato, perché non leggi il verbale.
  10. Mentre vai a casa confermati nella tua persuasione: «L'ho sempre detto che le riunioni non servono a niente!».

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letterina 20190901 - Con il dovuto rispetto (8) - Le tombe e il Precetto

Con il dovuto rispetto (8)

Continuiamo a riflettere "Con il dovuto rispetto. Frammenti di saggezza all'ombra del campanile” di Mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano.

LE TOMBE
La signora Teresa va spesso al cimitero. «Conosco più gente di là che di qua», dice. A dire la verità conosce anche abbastanza gente di qua per fermarsi a chiacchierare con tutti quelli che incontra. Chiacchiere e messaggi e rimproveri. «Come sono tristi quelle tombe senza neppure un segno religioso! Possibile che neppure la morte faccia pensare al Signore?».
Passando davanti a tombe che sembrano piuttosto serre di fiori esotici commenta: «Che sperpero! Ma sarà per onorare i genitori o per esibire la ricchezza?».
Su qualche tomba nota la foto di un cane o il modellino di una moto: «Sarà stato anche un cacciatore appassionato, sarà stato anche un motociclista spericolato, ma possibile che tutta una vita si riduca a un hobby?».
La signora Teresa ne ha per tutti, tra un requiem e un cenno di saluto semina critiche e consolazioni. Ma davanti alla tomba dei preti si ferma a lungo, in silenzio: come per ascoltare una confidenza, per ricordare una parola che, gridata dal pulpito o suggerita in confessionale, ha incoraggiato una scelta, ha dissolto un'angoscia, restituito il sorriso.
È vero, cara signora Teresa, non basta la morte a spegnere 1'eco di una voce amica che ci ha fatto del bene.

IL PRECETTO
Il buon don Maurizio era persuaso di poter condurre i ragazzi a capire il significato dell'espressione «di precetto». Con molti esempi e insistenza sollecitava una risposta. «Non vuol dire una Cosa che devi fare per forza: è una cosa bella, che rende bella tutta la giornata. Sì, è un impegno che ti sei preso, però non lo fai per un dovere, ma perché ti piace, ti fa contento. È qualche cosa che fai la domenica, ma poi continui a pensarci durante tutta la settimana. In certi momenti ti viene spontaneo parlarne con gli amici. In fondo un segno che stai diventando grande è che non c'è bisogno della mamma per ricordartelo: sei tu che ci tieni. Sei convinto della sua importanza e perciò ti prepari e fai di tutto per arrivare in orario. Se il papà si mette a chiacchierare con la mamma, sei tu che lo solleciti: "Dai, papà, vai a prendere la macchina: non vorrai che arrivi dopo che è già cominciata!". Se non ci fosse, la tua domenica sarebbe più povera e vuota».
Don Maurizio aveva messo tutto il suo impegno. Ma gli venne da dubitare della sopravvivenza del cristianesimo in occidente, quando Davide, uno dei più svegli tra i ragazzi, si illuminò: «Ah, ho capito. È la partita di calcio della mia squadra!» 

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letterina 20190825 - Con il dovuto rispetto (7) - Candeline, ceri e Pronomi

Con il dovuto rispetto (7)

Ci stiamo prendendo gusto con il libro "Con il dovuto rispetto. Frammenti di saggezza all'ombra del campanile” di Mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano. Altre due situazioni

CANDELINE E CERI
Non solo le vecchiette s’avvicinano all’altare della Madonna, alla statua di Padre Pio, depongono la loro offerta e offrono un cero. Ci sono anche le mamme preoccupate perché hanno sentito la figlia litigare col genero. Ci sono anche ragazzi e ragazze che ritrovano la porta della chiesa proprio la mattina in cui devono affrontare l’esame di maturità. Accendono una candela anche uomini e donne di mezza età, in attesa dell’esito di un esame medico delicato. La fiamma dei ceri danza davanti alla Madonna e ai santi come la continuazione di una preghiera, di un pianto che invoca consolazione.
Don Angelo però non nasconde il suo disappunto quando vede la signora Luisa che, proprio mentre lui sta predicando, attraversa tutta la chiesa, va diritta all’altare della Madonna, accende il suo cero ed esce imperterrita. Non si accorge del disturbo che reca, né del fatto che Don Angelo ha perso il filo della predica, non ha tempo per una genuflessione. È certa che l’esame di sua nipote andrà bene: come può la Madonna non suggerirle la risposta giusta dopo che le ha acceso un cero da due euro? Anche le forme di devozione possono diventare una specie di ambigua superstizione.

I PRONOMI
C’è il pronome “io”. Se gli dai spazio non ti salvi più.
Ci sono quelli che, di qualunque argomenti si parli, hanno sempre da dire: "Anch’io ho visto... quando c’ero io... se fossi io.... date retta a me: io ho studiato... se volete invitare un personaggio, io conosco...".
Al consiglio pastorale, agli incontri, alle riunioni della Caritas, sul sagrato della chiesa dopo la messa e in ogni altra occasione, l’io invadente continua a proporsi. Forse uno crede di rendersi utile, di contribuire a rompere il ghiaccio, di mettere a disposizione competenza ed esperienza. Il risultato è però che uno rischia di ridurre tutto a sé e si rende insopportabile.
Poi c’è il “voi”. “Voi” si usa per dichiarare una estraneità, un dissenso, talvolta addirittura una ostilità. "Ma voi della curia...?"; "Voi preti..."; "Fate presto voi dal pulpito..."; "Voi che abitate in centro che cosa ne sapete..."; "Voi ci avete abbandonato...". Quando uno dice “voi”, per lo più, dà per scontato che le tue ragioni non le capisce. Forse anche dichiara che preferisce stare di fronte a protestare piuttosto che mettersi con te e cercare insieme: "Tanto voi che cosa capite?"
Attenti ai pronomi! Io avrei più simpatia per il noi.

 

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letterina 20190818 - Con il dovuto rispetto (6) - Dichiarazioni e Mormorazioni

Con il dovuto rispetto (6) - Dichiarazioni e Mormorazioni

"Con il dovuto rispetto. Frammenti di saggezza all'ombra del campanile". Continuiamo il libro di Mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano

La Luisa da tempo si lamenta: "Come è difficile con questi ragazzi!". Don Giuseppe le parla: "Signora Luisa, grazie per questi anni. Sento che il catechismo le pesa. Ho chiesto a Paola: è disponibile!" La Luisa conviene: "Sì! beh, certo!" Ma con l'amica si sfoga: "Trattarmi come una scarpa vecchia, dopo tanti anni! E poi sceglie una delle sue amiche, che c'è e non c'è ... "

Dopo mesi di consultazioni don Giuseppe presenta il nuovo orario delle messe: "Riduciamo il numero, scegliamo le ore più adatte. D'accordo?" Silenzio e consenso.
Anche il Pierino, da sempre alla messa delle 07.30, tace. Ma non tace la sua battuta agli amici del bar: "Neanche i preti hanno voglia di lavorare!".

Dopo disegni, progetti, procedure, don Giuseppe presenta i lavori per la casa parrocchiale: "È un impegno serio, contiamo sulla vostra generosità!" L'approvazione è unanime: "Giusto: Se non si interviene la casa viene giù!" ma, mentre fanno la fila per comperare il merluzzo, le donne mormorano: "Il nostro parroco è sempre a cercare soldi"

Don Giuseppe ripensa al salmo: "Chi viene a trovarmi dice il falso e uscito fuori sparla" (Salmo 41) e si consola come può: Vizio antico! Non giova però a far stimare la Chiesa!

P.S. Il nome don Giuseppe è scritto così nel libro...

 

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