letterina 20190407

Christus vivit

Papa Francesco soltanto pochi giorni fa, a Loreto, dove ha firmato l’esortazione apostolica rivolta ai giovani, così ha parlato della famiglia:
«Nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali. È necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società». Questa sottolineatura assume un valore particolare nei giorni del Congresso mondiale delle Famiglie (Verona 29-31 marzo), un incontro sul quale si sta concentrando in questi giorni moltissima attenzione pubblica, con ricadute non sempre positive. Altrettanto opportuno ci è sembrato il richiamo del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei: «Avremmo preferito uno stile diverso da parte di tutti, con meno polemiche. La famiglia non è una squadra di calcio, è una realtà fondamentale che, anche partendo da sensibilità diverse, deve vederci uniti». È certamente opportuno chiedere un rinnovato impegno da parte della politica a collocare la famiglia tra le priorità della propria agenda (anche perché i governi cambiano, ma in quest’ambito i risultati non si vedono mai). Ci sembra altrettanto importante, però, cercare di trovare soluzioni comuni, di fare sintesi dove possibile, invece di inasprire il clima, come sottolinea ancora Bassetti, in un Paese «sempre più sfilacciato», dove «ci si accapiglia e ci si divide accecati da ideologie».
La famiglia nel dibattito di questi giorni appare sempre più strumentalizzata, sia da chi la considera «superata e retrograda» sia da chi la vorrebbe usare per legittimare nuove discriminazioni. Le famiglie vere, nel frattempo, aspettano risposte: più sostegno, tasse meno gravose, opportunità di occupazione, servizi che permettano una migliore conciliazione dei tempi di cura e lavoro. La Chiesa svolge già una parte importante nella vita quotidiana delle famiglie nelle comunità parrocchiali con l’impegno educativo, l’offerta di luoghi di incontro, di formazione e riflessione, con la presenza generosa di preti, catechisti, educatori. Può diventare però anche uno stimolo per mostrarne la bellezza e le risorse. «Per troppo tempo – dice ancora il cardinale Bassetti – abbiamo raccontato la famiglia come qualcosa di triste, superato e problematico». È ora di cambiare: più che brandire i valori (che sono vitali, veri, non “superati”) come spade per ferire gli altri, sarebbe giusto che – come cattolici – fossimo capaci di mostrarne la bellezza e di farla diventare «contagiosa».

Cfr santalessandro.org

 

    Scarica qui la Lette...Rina

    Scarica qui il modulo per la Benedizione della tua casa

      Ascolta le Omelie in Parrocchia 

      Bollettino La Lettera 

 

letterina 20190331

Famiglia

Papa Francesco soltanto pochi giorni fa, a Loreto, dove ha firmato l’esortazione apostolica rivolta ai giovani, così ha parlato della famiglia:
«Nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali. È necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società». Questa sottolineatura assume un valore particolare nei giorni del Congresso mondiale delle Famiglie (Verona 29-31 marzo), un incontro sul quale si sta concentrando in questi giorni moltissima attenzione pubblica, con ricadute non sempre positive. Altrettanto opportuno ci è sembrato il richiamo del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei: «Avremmo preferito uno stile diverso da parte di tutti, con meno polemiche. La famiglia non è una squadra di calcio, è una realtà fondamentale che, anche partendo da sensibilità diverse, deve vederci uniti». È certamente opportuno chiedere un rinnovato impegno da parte della politica a collocare la famiglia tra le priorità della propria agenda (anche perché i governi cambiano, ma in quest’ambito i risultati non si vedono mai). Ci sembra altrettanto importante, però, cercare di trovare soluzioni comuni, di fare sintesi dove possibile, invece di inasprire il clima, come sottolinea ancora Bassetti, in un Paese «sempre più sfilacciato», dove «ci si accapiglia e ci si divide accecati da ideologie».
La famiglia nel dibattito di questi giorni appare sempre più strumentalizzata, sia da chi la considera «superata e retrograda» sia da chi la vorrebbe usare per legittimare nuove discriminazioni. Le famiglie vere, nel frattempo, aspettano risposte: più sostegno, tasse meno gravose, opportunità di occupazione, servizi che permettano una migliore conciliazione dei tempi di cura e lavoro. La Chiesa svolge già una parte importante nella vita quotidiana delle famiglie nelle comunità parrocchiali con l’impegno educativo, l’offerta di luoghi di incontro, di formazione e riflessione, con la presenza generosa di preti, catechisti, educatori. Può diventare però anche uno stimolo per mostrarne la bellezza e le risorse. «Per troppo tempo – dice ancora il cardinale Bassetti – abbiamo raccontato la famiglia come qualcosa di triste, superato e problematico». È ora di cambiare: più che brandire i valori (che sono vitali, veri, non “superati”) come spade per ferire gli altri, sarebbe giusto che – come cattolici – fossimo capaci di mostrarne la bellezza e di farla diventare «contagiosa».

Cfr santalessandro.org

 

    Scarica qui la Lette...Rina

      Ascolta le Omelie in Parrocchia 

      Bollettino La Lettera 

 

letterina 20190324

L’isola dei famosi

Ho visto alcune inquadrature dei naufraghi dell’isola dei famosi nelle quali mangiavano avidamente con le mani quanta più pasta riuscivano a tenere.
Mi dicono che li si fa la fame ed è un’ottima occasione per chi vuole fare la dieta con risultati vistosi. Una fedele affezionata del programma mi ha spiegato che, come ricompensa di una prova, viene preparata una padella di cibo e, incominciando da chi l’ha vinta, parte il conto alla rovescia di due minuti e mezzo al termine dei quali non si può più mangiare.
Il primo comincia a mangiare; poi lascia il posto a un altro che lui indica e poi un terzo, un quarto... fino alla scadenza del tempo.
La fame gioca brutti scherzi lo sappiamo.
E allora i primi si avventano sul cibo senza calcolare troppo, con il rischio che gli altri rimangano senza, perché il tempo scorre (fugit irreparabile tempus, dicevano gli antichi e cioè: il tempo fugge) E infatti così avviene. Qualcuno resta escluso dall’abbuffata e dovrà attendere molto altro tempo prima di trovarsi davanti una pentola fumante. Eloquenti gli sguardi e le espressione di questi esclusi, anche se qualcuno di loro arriva addirittura a dire che non fa niente... forse perché è un po’ più gentile di altri.
Davanti a tutto questo mi chiedo: vuoi vedere che l’isola ci sta dicendo come vanno le cose nel mondo?
A quella pentola di pasta – i beni della terra – ci arriva qualcuno che comincia a papparsi tutto, non curante che altri – e nel mondo questi sono l’80% della popolazione – ne rimangano esclusi. Non sempre questi con gentilezza dicono: “non preoccuparti, non fa niente” anche perché a volte non hanno più nemmeno la forza di parlare. E noi, l’altro 20 % della popolazione che può permettersi di mangiare abbondantemente e, anche, di sprecare allegramente, non avevamo più meriti degli altri. Ci è andata solo bene.
Vuoi vedere che un programma come l’isola dei famosi, ci insegna qualcosa? Ma ce lo dovrebbe insegnare il buon senso, il senso di giustizia, la giusta attenzione ai problemi, il problema della fame e, anche, la fame di Vangelo.
Pensiamoci...

 

    Scarica qui la Lette...Rina

      Ascolta le Omelie in Parrocchia 

 

letterina 20190317

Lo sport in Oratorio

Sul “tavolo” dell’Equipe Educativa dell’Oratorio ci sono, ogni volta, “piatti appetitosi” intorno ai quali confrontarci, tra noi e con Alessia, facilitatrice del progetto, per conto dell’Ufficio degli Oratori di Bergamo, raccolti nel grande tema del senso di appartenenza. Ed è così che abbiamo condiviso punti di forza e di debolezza del nostro oratorio, attenzione ad ambiti specifici, come ad esempio il Palio delle Contrade, (ricordate la campagna dello scorso anno “Save the palio”? che ha permesso di non farlo morire proprio nel XXX, ma che ha continuamente bisogno di motivazione e partecipazione anche per questo XXXI) e progettazione di interventi e iniziative.
Ultimamente stiamo affrontando il tema dello sport, a partire anche dalla situazione creatasi alcuni anni fa, quando il campo di calcio è stato occupato dal cantiere per la ristrutturazione della Casa di Comunità. La squadra “Oratorio Calcio” s’era trasferita per allenamenti e partite al Centro Sportivo Comunale “don Aldo Tubacher”. A lavori ultimati non è più tornata per diversi motivi, non ultimo il fatto che nel frattempo alcuni giocatori sono cambiati, arrivando da altri paesi. Così, la motivazione iniziale - dare vita e coinvolgimento all’oratorio del paese con il calcio - che aveva guidato ormai diversi anni fa i fondatori del gruppo, è venuta meno. Ad oggi quindi, non c’è nessuno che utilizzi regolarmente il campo, per allenamenti e partite. La storia ci insegna che lo sport è sempre stato di casa negli oratori, anzi, la gran parte delle realtà sportive ha avuto lì ideazione e attuazione. Nel frattempo anche le realtà comunali, le polisportive... si sono ben organizzate.
Con l’Equipe Educativa abbiamo cominciato a parlarne, facendoci alcune domande del tipo: è opportuno tenere un campo così in sabbia? Non potremmo pensare ad un campetto sintetico e ad uno polivalente per pallavolo e basket? Come permettere in ogni caso di montare le strutture per la Festa di Comunità in quegli spazi? E poi il verde, le panchine, i giochi? Lavorare alla formazione di un gruppo sportivo, una squadra...? Tante domande che potrebbero portare ad una ridefinizione degli spazi sportivi, ma dentro un progetto più ampio, con un coinvolgimento che si vorrebbe allargare a tutta la Comunità. Per questo ne parliamo pubblicamente chiedendo se c’è qualche genitore, interessato, giovani e non solo con idee e proposte, suggerimenti, collaborazioni.
Vi attendiamo al prossimo incontro dell’Equipe, giovedì 11 aprile, ore 20.30.Senza paura.

E.E.O.

 

    Scarica qui la Lette...Rina

      Ascolta le Omelie in Parrocchia 

 

Quaresima 2019

Quaresima 2019

Obbediente fino alla morte e alla morte di croce Filippesi 2,8

Quaresima2019

 

 

Una grande croce accompagna il cammino quaresimale, concreta risposta alla scala dell’Avvento: Dio, nel suo Figlio Gesù, non solo guarda dall’alto, quell’alto cui l’uomo anela e pone i suoi passi per poterlo anche solo sfiorare, ma si china sull’umanità fino ad abbracciarla, fino a mettersi ai suoi piedi, fino a…NON scendere dalla croce.        

                                                                                        

E la ritroviamo così:     

arco della nuova ed eterna alleanza,

cuore aperto,  

ponte sull’eternità.

 

Quaresima2019 2

 

  

Intorno, abbiamo l’installazione di opere contemporanee, per non dimenticare fuori dalla chiesa, che la riflessione e la produzione artistica continuano con le categorie dell’uomo di oggi. Quest’anno abbiamo chiesto a Gregorio Cividini, di Martinengo. L’artista  opera mettendo a confronto tra loro materiali diversi: legni di olmrovere incisi e graffiati come gradoni di cava, in forza di squarci d'ascia e ruvidezze di sgorbie, legni di tuja dai riflessi violacei o tavole di acacia dalla durezza petrosa o cime di castagno dilavate da intemperie e forgiate in rastremature scanalate da colonna. Tutto questo a convivere con morbidezze imperturbabili e amorosamente tornite, incastri di legni, ferri e pietre. E proprio così ritroviamo alcune sue opere (Cristo sofferente, testa di Giovanni Battista, San Sebastiano…), con il culmine di tanto pensiero che si incarna nella umanità dei suoi Crocifissi, che, come gli alberi, raccontano la storia del tempo, abitato dal Mistero. Verso l’Eternità.

 

Cividini è nato a Martinengo nel 1951. Dopo il liceo artistico a Bergamo, ha frequentato a Milano l’accademia delle Belle Arti di Brera dove nel 1975 si è diplomato in scultura alla scuola di Luciano Minguzzi. Ha insegnato al liceo artistico di Bergamo e  titolare della cattedra di scultura a Lovere .

 

 

    Scarica qui

letterina 20190310

Lo sport in Oratorio

Il prossimo 15 marzo la guerra in Siria entrerà nel nono anno (2011-2019).
Sul campo restano, secondo le stime, mezzo milione di morti – di questi più di 20mila sono bambini - e milioni di rifugiati e sfollati interni. E le cifre sono destinate a salire perchè si combatte ancora nel sud-est della Siria a Baghuz, ultima roccaforte dell’Isis alla frontiera con l’Iraq, dove centinaia di jihadisti sono asserragliati tra le case diroccate usando i civili come scudi umani. E anche al confine tra Siria e Turchia, a nord di Damasco, nell’enclave di Idlib, dove resistono altri irriducibili delle armate jihadiste del Califfo Al Baghdadi.
In questo clima di violenza e di morte, la provata comunità cristiana si appresta a vivere l’ennesima Quaresima.
Padre Hanna Jallouf è il parroco latino di Knayeh, villaggio siriano non distante proprio da Idlib. Francescano siriano della Custodia di Terra Santa, padre Hanna, 66 anni, è rimasto con il suo confratello Louai Bsharat a prendersi cura della sparuta comunità cristiana locale. Tutti i preti e i sacerdoti che c’erano sono fuggiti dopo che molte chiese e luoghi di culto sono stati distrutti o bruciati. Lo stesso parroco fu rapito, nell’ottobre 2014, con altri suoi parrocchiani da un gruppo islamista e poi rilasciato. “Come agnelli in mezzo ai lupi”, dice ricordando le parole del Vangelo.
La Quaresima è un tempo di grazia durante il quale prepararsi alla Pasqua. Un tempo privilegiato per guardarsi dentro e rifare i conti con noi stessi davanti al Signore. Così come un bravo contadino che fa i suoi conti alla fine dell’anno per vedere come è andato il raccolto. Questo tempo è basato su quattro colonne: digiuno, preghiera, carità e pentimento. Ma spesso siamo soliti ricordare solo la carità e dimenticare il digiuno, la preghiera e il pentimento.
Il nostro essere ha bisogno di uscire dal quotidiano di tanto in tanto, per rinnovarsi e per riscoprire il suo valore. Ma non si può fare questo passo se non seguiamo le quattro colonne della Quaresima. Cerchiamo di scoprire questa strada grazie alla parola del Signore che ci viene offerta ogni Domenica nell’Eucarestia.
Da noi, qui in Siria, tanti cristiani ancora osservano la vecchia forma del digiuno, cioè prendere un pasto al giorno. Senza carne, senza pesce, senza grassi, senza latte e formaggi. Solo erbe e cereali conditi con olio. Essi praticano tante forme di pietà religiosa per arrivare alla festa di Pasqua rinnovati umanamente e spiritualmente. Cerchiamo, dunque, di vivere questo tempo per riscoprire la nostra fede e la nostra dignità cristiana“.

Hanna Jallouf

 

    Scarica qui la Lette...Rina

      Ascolta le Omelie in Parrocchia