Per una chiesa piccola, ma fedele
Dall'Apocalisse di S. Giovanni Apostolo
All'angelo della Chiesa che è a Filadelfia scrivi:
Così parla il Santo, il Veritiero, Colui che ha la chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude e quando chiude nessuno apre. Conosco le tue opere. Ecco, ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere. Per quanto tu abbia poca forza, hai però custodito la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di Satana, che dicono di essere Giudei, ma mentono, perché non lo sono: li farò venire perché si prostrino ai tuoi piedi e sappiano che io ti ho amato. Poiché hai custodito il mio invito alla perseveranza, anch'io ti custodirò nell'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. Verrò presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona. Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, dal mio Dio, insieme al mio nome nuovo. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
Tempera su tavola Novembre 2003
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Uno squarcio, una porta il mistero si è fatto storia: “La forza della tua destra mi sostiene”. Ecco la chiave della tua storia. |
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Filadelfia |
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Notizie storiche
Filadelfia fu fondata dal re Attalo II di Pergamo (159-138 a.C.), detto il «filadelfo» a motivo della grandissima ammirazione che egli nutriva per il fratello Ecumene II che regnò prima di lui. Fu questo grande affetto che lo spinse a chiamare la città Filadelfia, il cui nome, tradotto dal greco, significa «amore per il fratello».
La città fu costruita con il proposito di propagandare la cultura ellenistica in Oriente: si trattava di un vero e proprio «centro missionario». La popolazione accettò di buon grado di parlare il greco, che divenne lingua ufficiale a scapito della lingua lidia originaria.
Essendo costruita su di una importante via di comunicazione tra Oriente e Occidente, ben presto la città divenne un importante nodo commerciale. Le intense coltivazioni della vite nelle colline circostanti e la produzione di vini prelibati favorirono anche la diffusione del culto al dio Dionisio (o Bacco), che divenne la principale divinità. Molti altri, però, furono gli dèi adorati, al punto che Filadelfia fu anche chiamata la «piccola Atene».
La comunità giudaica era numerosa e fiorente, e, pur non essendoci le prove di una sua attività di persecuzione verso i cristiani, si può comunque supporre che i Giudei fossero in forte antagonismo con la chiesa locale (si veda la nota 16 a pag. 13).
Filadelfia non fu risparmiata, come Sardi, dal devastante terremoto del 17, ma fu ricostruita grazie ai contributi straordinari dell’imperatore Tiberio.
Esame della situazione
Il santo e il verace - Notiamo che questi attributi non compaiono nella presentazione iniziale di Cristo. Mettono in rilievo il contrasto con i falsi Giudei del versetto 9, che, mentendo, rinnegano Gesù come Messia.
La chiave di Davide – Nel libro di Isaia 22,15ss, troviamo l’episodio dell’assegnazione della chiave della casa di Davide a Eliakim, un ministro del re Ezechia. Questi era quindi una figura anticipatrice di Cristo ma, diversamente da Lui, poteva solo ricevere la chiave e non possederla di diritto. La chiave di Davide è il simbolo del potere e dell’autorità di Cristo:
• in cielo e sulla terra (Matteo 28,18);
• sugli angeli, i principati e le potenze (1Pietro 3,22);
• nella chiesa (Efesini 1,20-22);
• sui re della terra (Apocalisse 1,5);
• sulla morte e l’Ades (Apocalisse 1,18).
La porta. Nel Nuovo Testamento ha quasi sempre un significato di opportunità di predicazione (1Corinzi 16,9; 2Corinzi 2,12; Colossesi 4,3). La porta che Gesù aveva aperto ai filadelfi sfruttava la posizione della città per la diffusione della civiltà ellenistica: era il momento per il rilancio di una ulteriore evangelizzazione. Questa porta aperta possiamo però anche spiegarla con il versetto 9, cioè con la “resa” da parte dei falsi Giudei.
Perché i cristiani di Filadelfia vengono favoriti in questo modo?
1. Perché sono forti, nonostante la loro debolezza (1Corinzi 1,24ss).
Questa debolezza era forse dovuta al fatto che i cristiani di quella comunità sono pochi, così come al loro basso livello sociale e/o culturale e quindi alla scarsa disponibilità di risorse economiche.
2. Perché hanno conservato l’attaccamento alla Parola di Cristo (Giovanni 14,23-24).
3. Perché non hanno rinnegato il Suo nome, molto probabilmente dopo essere stati sottoposti a dure prove. Sicuramente avranno passato dei momenti difficili, durante i quali si rischiava parecchio a confessare e divulgare la propria fede.
I falsi Giudei. Abbiamo già visto questa espressione nella lettera alla chiesa di Smirne: si tratta quasi certamente di Giudei avversari del cristianesimo o di cristiani apostati (giudaizzanti, gnostici). Il fatto che Gesù dia i falsi Giudei nelle mani dei cristiani può significare tre cose:
a. che i Giudei si convertono…
b. …oppure cambiano atteggiamento, prendendo atto della nuova realtà, senza cercare di opporvisi con la violenza;
c. che gli apostati si ravvedono delle loro opere malvagie.
La prova. Ci sono delle prove che colpiscono tutti gli uomini, ma per le quali Cristo ci dice che la chiesa viene risparmiata. In che modo? Se c’è fede, quelle che per il mondo sono difficoltà, prove e travaglio senza speranza, per un cristiano non sono esperienze senza senso, perché vissute nelle mani di Dio. Riporre in Lui la nostra fiducia in certi frangenti vuol dire avere la consapevolezza che Egli è con noi, anche se, come accadde, si “addormenta” per un po’ in un angolo della nostra barchetta (Marco 4,38). Nei momenti difficili della vita, l’uomo di poca fede pensa di essere abbandonato da Dio, mentre l’uomo di fede sa che Egli non è assente, ma sta solo aspettando il momento giusto per “svegliarsi” e intervenire. E’ vero, in certi casi non è facile avere tanta fede, ma è altrettanto vero che Dio ha promesso che non saremo mai provati al di là delle nostre forze, perché Egli ci aiuta a superare le difficoltà (1Corinzi 10,13).
La corona è il premio della vita eterna (1Corinzi 9,25).