letterina 20131214

Inquietudine

A partire dalla grande figura di Giovanni il Battista, lasciamoci guidare dall’inquietudine che non fa rima con quieto vivere né con rassegnazione.

Il quieto vivere è una specie di “tristezza del bene divino” come di ceva Tommaso d’Aquino: tutto quello che riguarda Dio e il suo Vangelo in fondo ci annoia, le sue parole ci appaiono come un’esagerazione, la sua bontà per i fratelli come un’ingiustizia. La rassegnazione, ci obbliga nel tempo a girare a vuoto: Scorrono giorni e anni e non costruiamo nulla per cui possiamo dire “che bello” e come dice l’Apostolo “viviamo in continua agitazione ma senza far nulla”.
La sintomatologia eccola qui. E puoi fare la conta.
Se totalizzi 5 punti… sei in grave pericolo di VITA!

  • Insoddisfazione diffusa e tendenza alla polemica. In genere nelle fotografie di gruppo sei quello che non sorride.
  • Impazienza accompagnata da una certa agitazione del corpo … non stai mai fermo. Voler tutto e subito è diventato un vanto.
  • Sonnolenza continua e ricorsi eccessivi a riposini e pennichelle. Il sonno senza sogno è un’ottima via di fuga dalla realtà.
  • Irritazione per chi fa il bene … perché sicuramente avrà un secondo fine. E tu mica sei fesso: nessuno se ne è accorto, ma tu sì … perché sei più intelligente.
  • Tendenza ad accontentarti: nello studio, nell’amicizia, nel lavoro, nell’impegno in parrocchia, con Dio, in amore. Se c’è un proverbio che citi spesso è proprio “in medio stat virtus” … sei come le giacchette che vanno bene per ogni stagione.

Guarire si può. Agitati si nasce, ma inquieti si diventa. E la terapia, d’urto se necessario, è da assumere senza preoccupazione di sovradosaggio. Non esistono controindicazioni.  
Alla prossima...

 

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