Inquietudine
A partire dalla grande figura di Giovanni il Battista, lasciamoci guidare dall’inquietudine che non fa rima con quieto vivere né con rassegnazione. Il quieto vivere è una specie di “tristezza del bene divino” come di ceva Tommaso d’Aquino: tutto quello che riguarda Dio e il suo Vangelo in fondo ci annoia, le sue parole ci appaiono come un’esagerazione, la sua bontà per i fratelli come un’ingiustizia. La rassegnazione, ci obbliga nel tempo a girare a vuoto: Scorrono giorni e anni e non costruiamo nulla per cui possiamo dire “che bello” e come dice l’Apostolo “viviamo in continua agitazione ma senza far nulla”.
Guarire si può. Agitati si nasce, ma inquieti si diventa. E la terapia, d’urto se necessario, è da assumere senza preoccupazione di sovradosaggio. Non esistono controindicazioni.
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